Invenzione e la storia del cloud computing

Prima dell’avvento del cloud computing, il modello prevalente era l’elaborazione client/server, in cui le applicazioni software, i dati e i controlli venivano archiviati centralmente sui server. Gli utenti dovevano connettersi al server per accedere a dati specifici o eseguire programmi.

Successivamente è emerso il calcolo distribuito, che collegava i computer in una rete per condividere le risorse secondo necessità. Ha gettato le basi per lo sviluppo dei concetti di cloud computing.

Invenzione del cloud computing

Sebbene JCR Licklider abbia dato un contributo significativo allo sviluppo delle reti di computer e avesse la visione di connettere persone e dati in tutto il mondo, non ha inventato specificamente il cloud computing come lo conosciamo oggi. Il concetto di cloud computing si è evoluto nel tempo e diversi individui e organizzazioni hanno avuto un ruolo nel suo sviluppo. Il lavoro di Licklider su ARPANET e le sue idee sull’elaborazione in rete hanno certamente influenzato l’evoluzione del cloud computing, ma non gli si può solo attribuire il merito della sua invenzione.

Nel 1961, John MacCharty propose l’idea di vendere l’informatica come un servizio di pubblica utilità, come l’acqua o l’elettricità, durante il suo discorso al MIT. Tuttavia, nonostante l’interesse suscitato dal concetto, la tecnologia non era ancora pronta per l’implementazione.

Nel corso del tempo, la tecnologia è avanzata e nel 1999 Salesforce.com ha aperto la strada alla fornitura di applicazioni agli utenti tramite un semplice sito Web, realizzando di fatto la visione dell’informatica come utilità per le aziende su Internet.

Nel 2002, Amazon ha introdotto Amazon Web Services, offrendo servizi come archiviazione, calcolo e intelligenza umana. Tuttavia, è stato con il lancio di Elastic Compute Cloud nel 2006 che un servizio commerciale veramente accessibile è diventato disponibile per tutti.

Nel 2009, Google Apps è entrata nel mercato, fornendo applicazioni aziendali di cloud computing. Importanti attori come Microsoft, Oracle e HP si sono uniti all’evoluzione del cloud computing, con Microsoft che ha lanciato Windows Azure nel 2009. Oggi, il cloud computing è diventato mainstream.

Perché è stato inventato il cloud computing?

Il cloud computing è stato inventato per rispondere alla necessità di risorse informatiche efficienti e condivise. Nel 1963, la Defense Advanced Research Project Agency (DARPA) fornì finanziamenti per un progetto incentrato sullo sviluppo di una tecnologia che avrebbe consentito a più utenti di accedere e utilizzare simultaneamente un computer. Questo progetto utilizzava computer di grandi dimensioni e nastri magnetici per la memoria, che possono essere visti come un precursore del concetto di cloud computing. Funzionava come un sistema centralizzato, consentendo a un massimo di tre persone di connettersi e accedere alle risorse

JCR Licklider ha ulteriormente ampliato questo concetto con lo sviluppo di ARPANET, una delle prime versioni di Internet. Licklider immaginò con successo una rete globale interconnessa chiamata Intergalactic Computer Network nel 1969, dove individui da tutto il mondo potevano accedere alle informazioni e connettersi tramite computer. Sebbene il termine “cloud computing” non fosse ancora stato coniato, la visione di Licklider ha gettato le basi per l’infrastruttura informatica interconnessa e accessibile che ora associamo al cloud.

Il termine “virtualizzazione” è emerso negli anni ’70, descrivendo la creazione di macchine virtuali che imitano sistemi informatici perfettamente funzionanti. Il crescente utilizzo dei computer virtuali negli anni ’90, insieme alle aziende che offrono servizi virtuali, hanno svolto un ruolo significativo nello sviluppo dell’infrastruttura del cloud computing.

Nel complesso, il cloud computing è stato sviluppato per facilitare la condivisione efficiente delle risorse, la connettività globale e la scalabilità dei sistemi informatici per soddisfare le esigenze di un mondo interconnesso.

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