Trump banna TikTok. La risposta: decisione USA illegale

Donald Trump è passato dalle parole ai fatti: firmando due ordini esecutivi ha di fatto estromesso TikTok e WeChat dagli Stati Uniti, considerati un pericolo per la sicurezza nazionale, per la politica estera e l’economia del Paese. L’effetto, tuttavia, non sarà immediato, visto che il ban sarà effettivo tra 45 giorni. Giusto il tempo per Microsoft di tentare l’acquisto della divisione americana dell’app di ByteDance, o addirittura di tentare il colpaccio inglobando l’intero business, come riportato dal Financial Times in queste ultime ore. Non vi sono conferme in tal senso – ovviamente bocche cucite da una parte e dall’altra – anche se sembra possibile un’acquisizione perlomeno in Europa e India.

Trump cita espressamente l’International Emergency Powers Act ed il National Emergencies Act per giustificare la gravità della situazione: gli Stati Uniti sono in pericolo, e TikTok e WeChat – a queste condizioni – devono essere estromesse dal mercato vietando alla popolazione di scaricarle. Ciò che preoccupa il Presidente è infatti “la diffusione negli Stati Uniti delle app mobile sviluppate e possedute da aziende della Repubblica Popolare Cinese“, considerate – come già detto – un pericolo per la Nazione intera.TIKTOK FUORI DAGLI USA 

175 milioni di download negli USA, più di 1 miliardo nel mondo: nel documento vengono snocciolati i dati che dimostrano quanto (potenzialmente) grave sia la diffusione di TikTok, capace di “acquisire automaticamente vaste quantità di informazioni dai suoi utenti, incluse le informazioni su internet e di altre attività di rete come i dati di localizzazione e le cronologie di navigazione e di ricerca“. Ed ecco il cuore dell’ordinanza:

Questa raccolta di dati consente al Partito Comunista Cinese di accedere alle informazioni personali e proprietarie degli americani, permettendo potenzialmente alla Cina di rintracciare le posizioni dei dipendenti e appaltatori federali, creare dossier di informazioni personali per ricatti e condurre spionaggio aziendale.

Altra accusa rivolta a TikTok è la censura alle proteste di Hong Kong (volute direttamente dalla Cina, dice Trump), nonché ai trattamenti delle minoranze musulmane in alcune aree del territorio cinese. Non potevano nemmeno mancare le teorie di cospirazione sul coronavirus: anche in questo TikTok risulterebbe colpevole, rea di aver diffuso video contenenti false informazioni ai propri utenti.

TikTok è già vietata in ambiti governativi, così come in India. Tra 45 giorni potrà esserlo su tutto il territorio americano, salvo novità sul fronte Microsoft. Da quel momento non sarà infatti più consentita “alcuna transazione da parte di qualsiasi persona (fisica o giuridica, ndr) con ByteDance“.

STESSA SORTE ANCHE PER WECHAT 

Credits immagine: Pixabay

Discorso del tutto simile anche per WeChat di Tencent, ampiamente diffusa negli Stati Uniti. Le accuse? Ruba dati personali, li condivide con il Partito Comunista cinese, mette in pericolo la sicurezza nazionale. In più, traccia i movimenti dei cinesi che visitano gli USA e “che beneficiano di una società libera per la prima volta nella loro vita“.LA RISPOSTA DI TIKTOK

Siamo sconcertati“: così si apre il comunicato con cui TikTok commenta l’ordine esecutivo firmato da Donald Trump per bannare l’app social negli Stati Uniti. “Non è stata seguita alcuna regolare procedura“, si legge, “ci siamo dovuti confrontare con un’Amministrazione che non ha considerato i fatti, ha dettato i termini di un accordo senza attenersi alle normali procedure legali e ha tentato di intromettersi nelle trattative tra due aziende private” (il riferimento è a Microsoft).

Ciò che TikTok non accetta è la mancanza di prove: nell’ordinanza si fa riferimento a non meglio specificati “report“, viene poi detto che l’app “potrebbe” (al condizionale) essere veicolo di disinformazione e strumento di raccolta illecita di dati, senza tuttavia anche in questo caso dimostrare e comprovare nulla.

L’azienda mette a disposizione il Transparency Center, in cui sono spiegate le linee guida di moderazione, così come il codice sorgente dell’algoritmo. Viene poi ribadito come più volte TikTok abbia dato la sua disponibilità ad essere ceduta negli Stati Uniti ad una società del Paese.

Si passa ora ai tribunali:

Intendiamo quindi utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione al fine di assicurare che non venga messo a rischio lo stato di diritto e che tanto la nostra azienda quanto i nostri utenti siano trattati in modo equo: se non dal Governo degli Stati Uniti, allora dai suoi tribunali.

Autore

Classe Novanta3, Fondatore di TrgtKLS. Appassionato in Sec IT & Tech. Expert per l'amministrazione web server e supporto in Back-&, ottimizzazione e manutenzione di esso. • Metà Free e Metà Freelancer • mail@trgtkls.org

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